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La chiusura del porto di Baltimora dopo il crollo del ponte Francis Scott Key: incertezze sulla ripresa della logistica

Nelle prime ore di martedì del 26 Marzo 2024, una collisione di proporzioni catastrofiche ha coinvolto la catena di approvvigionamento globale e un’importante infrastruttura costiera degli Stati Uniti.

A Baltimora, la Mv Dali, una massiccia nave portacontainer, ha impattato contro un pilastro del ponte Francis Scott Key, causando il crollo della sua campata centrale nel fiume Patapsco. Questo incidente ha interrotto il collegamento vitale tra il porto della città e l’oceano Atlantico.

Attualmente, le autorità hanno recuperato i corpi di due lavoratori che si trovavano sulla struttura, mentre altri quattro sono ancora dispersi.

Questa situazione rappresenta una grave sfida, specialmente per settori cruciali come l’industria automobilistica, l’agricoltura e l’edilizia. Il porto di Baltimora è strategicamente posizionato lungo la costa orientale degli Stati Uniti ed è un importante hub per le navi roll on/roll off, che trasportano carichi su ruote.

Lo scorso anno, il porto ha gestito quasi 850.000 veicoli e oltre 1,3 milioni di tonnellate di macchinari agricoli ed edili.

Fortunatamente, esistono vie alternative per il trasporto attraverso il fiume, come i tunnel che attraversano il Patapsco. Inoltre, altri porti vicini come Norfolk, Philadelphia e Savannah potrebbero accogliere una parte del traffico solitamente gestito da Baltimora.

Tuttavia, ogni ritardo nella risoluzione di questa situazione avrà conseguenze significative sulle spedizioni, poiché le navi hanno tempi di viaggio lunghi e qualsiasi modifica alla rotta comporta ritardi e costi aggiuntivi.

L’incidente evidenzia anche il problema delle imbarcazioni sempre più grandi e delle infrastrutture datate. Negli ultimi decenni, il volume del trasporto marittimo è triplicato, mentre molte infrastrutture, come il ponte Francis Scott Key, sono state progettate per navi di dimensioni inferiori.

La pandemia ha accentuato questa discrepanza, con un aumento della domanda di trasporto marittimo e un’infrastruttura non sempre all’altezza.

Anche se la chiusura del porto di Baltimora ha conseguenze immediate sull’economia regionale e nazionale, gli esperti ritengono che l’esperienza acquisita durante la pandemia potrebbe contribuire a gestire meglio questa crisi. Tuttavia, finché il ponte non sarà riparato, gli effetti si faranno sentire su scala locale, nazionale e globale, con incertezze riguardo alla tempistica e agli impatti economici.